giovedì 9 aprile 2020

LA REDIOLA COMMEDIA - Canto Secondo


CANTO SECONDO

"Io teco vengo zitto
ma altra strada propio 'un c'era
che vesto viottolo 'sì ritto?"

"O ti cheti, testa a ppera!,
e piuttosto stà lì attento
o le palli porti in tera!

Un lagnarti, sii contento
e risparmia un pogo 'l fiato:
troverò l'orientamento".

Se 'un ci mette mano il fato
mi sa tanto che 'l Maestro
s'è perduto, s'è dissipato.

Spero tanto che 'l  su' estro
ci riconduca sulla via
dopo vel pino silvestro!

Se 'un mi falla la miopia”
Virgil tosto esclamò
quella pigna vidi pria!

Or rimembro, or lo so
al cespuglio là in fondo
la via retta ritroverò!”

E quel giro-giro-tondo
così andremo a terminare:
son felice 'un lo nascondo!

Finalmente! vedo il mare,
ed i ppoggi della Lecciona:
or mi fermo a respirare.

Ma non vedo una persona,
"O mio duca ch'è accaduto?
è anco bello, miga trona!"

Allungo l'occhio e po' scruto
il Vialon sembra un deserto
né un rumore, tutto è muto!

"O Durante 'un ne son certo
ma mi vènghin mali pensieri
che con essi 'un mi diverto."

Proseguiam verso 'ccantieri
e oltre a un paio di cinghiali
incrociam de' forestieri.

"Ehi voi due con quegli occhiali
che vi oscurano la stella
e parlate settentrionali

date 'l via alla favella
e spiegateci l'arcano
che c'allumi le cervella!"

"Uè! se ghè? son de Milano
mi son qi per mi bronzare
va via el cù e passa mano!"

"Sta un po' calmo e 'un ti scaldare!
Io di Mantova ho i natali,
e capisco: va' tu a cagare!!!"

Ignorammo allora gli animali
e seguitammo nel cammino
fino ai bordi portuali.